Le plastiche compostabili derivano da materiali rinnovabili come mais, amidi di patate, proteine di soia e acido lattico.
I termini “biodegradabile” e “compostabile” sono spesso utilizzati indistintamente, ma di solito, quando i clienti chiedono un materiale biodegradabile, stanno cercando un materiale compostabile. Solo la plastica etichettata come “compostabile” è tenuta a rispettare standard normativi specifici. I materiali compostabili si biodegradano entro un periodo di tempo specificato e non lasciano residui tossici nel terreno. I prodotti etichettati come “biodegradabili”, invece, non hanno limiti di tempo per la decomposizione, e potrebbero richiedere specifici fattori ambientali per iniziare a decomporsi e lasciare residui o particolati.
Negli Stati Uniti, la Commissione federale del Commercio (FTC) richiede alle aziende che commercializzano i loro prodotti come compostabili di mostrare prove scientifiche affidabili che dimostrino che tutti i materiali presenti all’interno del prodotto o dell’imballaggio si decomporranno in modo sicuro in compost utilizzabile nello stesso intervallo di tempo dei materiali con cui vengono compostati. L’FTC utilizza la specifica dello standard ASTM D6400 internazionalmente riconosciuta per l’etichettatura della plastica progettata per essere compostata aerobicamente in strutture industriali o municipali.
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